Sono ormai ben note le percentuali di Persone obese nel mondo, in Europa ed in Italia. E’ altrettanto noto che l’obesità è una patologia con ricadute/conseguenze in molti distretti corporei tanto che si parla di sindrome metabolica. Su questa base nasce l’invito a smussare la discriminazione e lo stigma che compromettono il BenEssere tanto quanto i chili di troppo.
Gli ultimi studi pubblicati riconoscono sempre più il ruolo della genetica e dell’ambiente nello sviluppo dell’obesità mentre rimane ancora ben radicata l’idea che chi è obeso se lo è cercato e ne è responsabile/colpevole. La diretta conseguenza è l’esclusione sociale, la discriminazione a scuola, sul lavoro, nei mezzi di comunicazione.
Gli esperti del Rudd Center for Food Policy and Obesity dell’Università del Connecticut, hanno acceso i riflettori sullo stigma associato al peso considerando anche la diversità di genere. Spesso infatti si pensa che la forza dei giudizi negativi e reazioni avverse sul peso, forma del corpo, comportamento alimentare sia subita prevalentemente dalla donna, non è invece così [1].
Gli esperti hanno fatto emergere inoltre come la relazione pericolosa: BenEssere – Peso – Giudizio sociale rischia di diventare ancora più pericolosa nell’era dei social network, dei like e del dominio dell’immagine sulla parola [2]. L’aggressività degli haters è spietata e commenti aggressivi sono rivolti sia alle donne, definite pigre, immature, che agli uomini, definiti rozzi e fastidiosi.
La Persona Obesa finisce per biasimare se stessa.
Quale Nutrizionista Health Coach lavoro a che questo sia assolutamente evitato poiché le conseguenze negative sul Benessere della Persona quali stress, ansia, depressione, tendenza a non prendersi cura di sé fino ad evitare i controlli sono molto più impattanti dei kili di massa grassa accumulati.
Fonte: Addressing weight stigma. The Lancet Public Health, 2019