Mangiare consapevole – per gli esterofili Mindful Eating – è un settore che recentemente sta catturando sempre più la comunità scientifica poiché la relazione uomo-cibo è sicuramente una delle interazioni che a tutt’oggi, ha numerosi lati oscuri. Quale Nutrizionista Health Coach sperimento nella mia pratica quotidiana quanto questa relazione sia complessa ed intrigante ed ora condivido il mio pensiero frutto del mio percorso formativo!
Il cibo porta con se numerosi significati da quelli più squisitamente nutrizionali a quelli antropologici. Nella psicobiologia – nota anche come psicologia biologica – il mangiare è inteso come un comportamento che si esprime in una determinata forma e struttura così da poter essere studiato oggettivamente. Lo stesso atto alimentare viene scomposto in 4 fasi: fase pre-ingestiva + fase ingestiva + fase post-ingestiva per chiudersi con la fase escretiva. Fin qui l’atto alimentare dell’uomo e quello dell’animale sono identici ma … ma c’è dell’alrto infatti in quello dell’uomo c’è la prevalenza della componente cognitiva su quella emotiva [intendendo quelle funzioni del corpo geneticamente controllate].
E’ qui che le cose si complicano!
L’uomo non mangia solo per soddisfare un fabbisogno calorico-nutrizionale ma mangia anche per influenze sensoriali, influenze psicologiche, influenze sociali e per abitudine. Su questa base ho plasmato il mio pensiero riconoscendo l’importanza di un ingrediente fondamentale: la Consapevolezza e maturando anche la necessità di un metodo: il Metodo del Coaching.
Sono passata per la Mindfulness quale approccio più globale. Non ci si limita infatti a suggerire gli alimenti si e gli alimenti no, non si guarda al mero aspetto calorico e sopratutto non si impongono modelli alimentari restrittivi.
Sono ora approdata al BenEssere e ad una visione EGOlogica quanto ECOlogica.
Il modo in cui ci alimentiamo riflette il nostro atteggiamento verso se stessi e verso l’ambiente e – a volte – si carica di emozioni quali ansia, insoddisfazione, vergogna ma anche felicità, gioia o altre che non comprendiamo completamente ma verso le quali abbiamo sviluppato una reazione di evasione … attraverso in cibo. Il cibo in questo caso diventa uno strumento per placare una interiorità tesa e frammentata.
Consapevolezza è la parola d’ordine!
Prestare attenzione a ciò che stiamo sperimentando senza dare voce all’IO Giudicante quanto piuttosto favorendo l’Ascolto e Rispetto della personale Saggezza interna riporterà tutto nella funzionale dimensione. Essere consapevoli di come, quando, quanto, cosa e perché mangiamo permette di avere una visione ECOlogica – cioè una relazione armoniosa quanto rispettosa con le risorse della Madre Terra – ed EGOlogica – cioè una relazione armoniosa quanto rispettosa della Persona che siamo.
Quale Nutrizionista Health Coach dico che strumenti sono: la Dieta Mediterranea e la Meditazione.
Quest’ultima – la meditazione – quando praticata costantemente permette alla mente di chetarsi e di spogliarsi del rumore di fondo, così che l’atto alimentare rimarrà nudo nella suo essenziale significato.
Con la mente calma è più facile percepire la radice disfunzionale da cui scaturisce un comportamento alimentare non sano. Ed é così che ci si libera dai significati emotivi del cibo e si diventa capaci di scegliere, apprezzare, gustare il cibo ma – grazie alla consapevolezza – si riesce anche a percepire i segnali che regolano l’inizio [senso di fame] e la chiusura [senso di saziamento] del pasto stesso.
Provate e fatemi sapere!