In chiusura di settimana mi piace affrontare questo argomento perché in questi giorni diverse volte mi sono imbattuta in questo argomento. Ne ho infatti parlato a lezione c/o la LUAJ , ne ho parlato in studio almeno con 2 pazienti e mi è capitato per le mani un recente articolo a firma di Mattson. E’ tempo di dire anche la mia …
La prima cosa che mi piace sottolineare è che ad ogni termine bisogna dare il giusto significato e dunque non si può generalizzare parlando di digiuno. Il digiuno consiste nella non introduzione di cibo mantenendo la buona e costante idratazione mentre la restrizione calorica consiste nella riduzione dell’apporto di cibo, quantificabile con calorie ingerite, pur sempre mantenendo la funzionale idratazione.
Fatta questa precisazione nell’articolo in oggetto, si riconosce l’importanza e l’utilità della restrizione calorica intermittente – definito dagli autori come digiuno a giorni alterni [5:2] oppure alimentazione limitata nel tempo [16:8] – tanto da inserirlo quale buona pratica per il nostro Ben ESSERE.
Personalmente concordo nella modalità del digiuno e la considero una buona pratica della Cura del Sé.
A fronte dei numerosi benefici metabolici ce ne sono molti altri che riguardano le funzioni cognitive quali consapevolezza, lucidità mentale, memoria, essenzialità … ma andiamo per gradi!
Durante il digiuno c’è uno switch metabolico, questo significa che l’energia utile per il buon funzionamento del cervello e dei nostri organi, non è ottenuta dal glucosio ma dai corpi chetonici che si formano a partire dagli acidi grassi. Se ciò viene fatto regolarmente numerosi sono i benefici.
Ma concretamente come si fa?
In prima battuta l’invito di non cadere nel fai-da-Te perché si tratta di una pratica che deve essere impostata correttamente da un Professionista piuttosto che da cyber-criminali della Diet Industry. Il pz va informato adeguatamente, va monitorato cioè va accompagnato/allenato al raggiungimento dell’obiettivo, cioè 16-18 ore di digiuno. Non è certo integralismo intellettuale quanto piuttosto una garanzia per i paziente e per noi stessi.
In seconda battuta dico che il regime 5:2 significa praticare restrizione calorica 2 giorni/settimana non consecutivi mentre nel 16:8 – pratica maggiormente seguita – si prevede una restrizione calorica per 8 ore e digiuno per 16 ore.
Quali benefici?
Sono anche in costante aumento le evidenze scientifiche riguardo al miglioramento dei fattori di rischio associati a obesità e diabete.
Gli Autori dello studio obiettivamente portano anche le Criticità.
1. non è facile cambiare le abitudini, soprattutto pensando che attualmente la giornata alimentare è impostata con la formula 3+2+0;
2. il passaggio a un regime di digiuno intermittente può inizialmente portare a irritabilità, fame, difficoltà di concentrazione, che generalmente scompaiono nel giro di un mese ma, che, senza adeguate informazioni, possono indurre all’interruzione del programma;
3. i pz vanno accompagnati per gradi e con pazienza, anche per diversi mesi.
Questo il mio programma:
900-1.000 calorie consumate 1giorno/settimana nel primo mese,
nel secondo mese 2 giorni/settimana a 900-1000 calorie
nel terzo mese 2 giorni/settimana a 750 calorie
fino a raggiungere nel quarto mese 2giorni/settimana a 500 calorie.
Fonte: Nutrienti&Supplemeni, 1- 2020