L’albumina è una proteina principalmente prodotta dal fegato e i suoi valori nel siero [normalmente compresi tra 3.5g/dl e 5.5g/dl] debbono essere controllati e ben valutati perché alterazioni per eccesso e/o per difetto possono rimandare a patologie che incidono sulla sua produzione da parte del fegato (circa il 60%), accelerano il metabolismo, aumentano la perdita di proteine attraverso i reni e aumentano il volume plasmatico.
Quando i valori sono inferiori a 3.5g/dl potrebbe esserci una grave perdita della funzionalità epatica come ad esempio in caso di cirrosi e/o di patologie a carico del rene. In queste ultime il rene trattiene le proteine plasmatiche, tra le quali appunto l’albumina, per evitare che siano eliminate insieme ai prodotti di scarto durante la produzione dell’urina.
In patologie cronico-degenerative quali diabete e ipertensione si verifica che la quantità di albumina perduta con l’urina è significativa. Su questa base la valutazione dell’albumina associata a creatina e azotemia permette una di valutare la funzionalità renale oltre allo stato nutrizionale del soggetto.
Bassi valori di albumina possono essere riscontrati però anche in situazioni transitorie che si risolvono con trattamenti nutrizionali appropriati – quali morbo di Crohn e Celiachia. In queste ultime c’è una condizione di malassorbimento e/o eccessiva perdita anche a livello intestinale, associato a infiammazione che portano a diminuzione di albumina.
Da questo mi piace prendere spunto per sottolineare quanto per me è importante per stilare piano d’azione articolato su quelle che per me sono le 3 macro-aree di pertinenza – Alimentazione&MicroNutrizione di alto Impatto + Stile di vita + Cura del Sè – è fondamentale anche valutare o il pannello metabolico di base o- meglio ancora- il pannello metabolico completo associato all’ascolto attivo.
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La colazione con l’uovo e senza ombra di dubbio la mia carica energica più efficente, grazie Letizia.