Il tema dell’etichettatura alimentare è piuttosto complesso ma al contempo di grande interesse perché l’etichetta alimentare è uno strumento che permette a ciascuno di noi un acquisto consapevole.
A mio modo di vedere la prima regola per una sana e equilibrata alimentazione è eliminare tutti i prodotti confezionati e/o trasformati dall’industria preferendo i prodotti freschi, di stagione e del territorio.
Detto questo, perché parlare di etichettatura alimentare?
Perché capisco che a volte per praticità/comodità si scelga un prodotto confezionato, allora è bene sapere per … scegliere con grande cura e attenzione quel prodotto che mangeremo e che diventerà parte di noi. Dobbiamo mettere la stessa cura e attenzione che mettiamo quando scegliamo una maglia piuttosto che un abito o una scarpa da indossare e che dunque rimarrà fuori di noi!
L’etichetta alimentare è la carta d’identità del prodotto e dunque tuffiamoci dentro per capire qualcosa e sopratutto per apprendere qualcosa di utile per la nostra spesa quotidiana.
Oggi ho preso in mano un brick di succo alla pera. Le informazioni sono davvero tante ma focalizziamo l’attenzione sulla qualità nutrizionale del nostro succo alla pera.
La prima cosa da fare è leggere l’ELENCO degli INGREDIENTI [vedi figura box rosso in alto].
La regola vuole che gli ingredienti siano riportati in ordine decrescente , cioè il primo ingrediente che leggo è quello presente in maggior quantità e a seguire gli altri la cui quantità sarà via-via minore. A questo aggiungiamo che dovrebbe essere più breve possibile (cioè pochi ingredienti!), visto che sto acquistando un succo alla pera.
Nel nostro caso il I ingrediente è purea di pera 70%.
Cosa significa? È buon segno?
La definizione purea di frutta indica che la parte edibile del frutto intero o sbucciato è setacciata senza eleminare il succo. Il frutto, nel processo utile a ottenere la purea, viene lavato, denocciolato e schiacciato. Alla polpa che rimane viene aggiunto acido citrico così che non si ossidi diventando scura. A questo segue un breve trattamento termico di circa 30 secondi a 100 gradi sia per ammorbidire la purea che per evitare l’attacco di microorganismi batterici. Scorrendo infatti l’elenco al V posto leggo vitamina C (altro nome di acido ascorbico). E’ dunque una buona partenza!
Al IV posto leggo aromi naturali.
uhmmm … cosa sono e soprattutto quali sono?
Amati da molti consumatori perché quell’aggettivo naturali evoca sicurezza e di salubrità, in realtà altro non sono che sostanze estratte da piante o animali, oppure prodotte con un processo microbiologico o enzimatico simile a quello che le origina in natura.
Attenzione ora a non aumentare lo scetticismo poiché sei pre valida è la massima di Paracelso: è la dose che fa il veleno e inoltre c’è una motivazione più scientifica. Tutti gli aromi utilizzati dall’industria alimentare, siano essi naturali o artificiali, vengono analizzati per verificare l’assenza di effetti tossici e le analisi sono supervisionate da enti ufficiali: Jecfa (Joint FAO/WHO Expert Committee on Food Additives) che valuta gli additivi utilizzati in tutto il mondo e Efsa che valuta la sicurezza alimentare europea.
Anche in questo caso i presupposti sono buoni!
Ora … a questa analisi del prodotto fondata sulla lettura dell’elenco degli ingredienti – che comunque è un elenco breve – dobbiamo associare uno sguardo alla etichetta nutrizionale [vedi figura box rosso in basso].
A questo punto se l’elenco degli ingredienti e i valori riportati nell’etichetta nutrizionale rimandano qualità e sicurezza e ci soddisfano, possiamo procedere al nostro acquisto consapevole!
So bene che nella maggior parte dei casi si guarda l’etichetta nutrizionale in cerca dell’apporto calorico ma -a mio modo di vedere- ben poca informazione ricaviamo da quel numero perché ciascuno di noi non sa il personale fabbisogno calorico giornaliero e dunque …!
Numeri interessanti sono invece quelli che si riferiscono ai grassi, ai carboidrati, alla fibra e sale. Stiamo parlando di un prodotto di frutta e dunque che alcuni nutrienti riportino un valore 0 non ci deve meravigliare.
Interessante è la voce carboidrati suddivisi in zuccheri e fibra. Il valore dei carboidrati esprime il quantitativo totale di zuccheri mentre la quantità di zuccheri ,che merita tutta la nostra attenzione, indica la quantità di zuccheri semplici. Sono proprio questi che dobbiamo evitare e dunque il valore deve essere più baso possibile. Ancora più interessante sarà valutare questo parametro se nella confezione si riporta la dicitura senza zuccheri. Qualora infatti, non dovesse essere così basso dobbiamo tornare a leggere bene l’elenco degli ingredienti perché probabilmente sono presenti zuccheri sotto diverse altre forme (sciroppo di glucosio oppure di fruttosio oppure di maltosio o ancora come amido di mais, sciroppo di cereali …).
Nel nostro caso è tutto coerente poiché stiamo parlando di frutta pertanto lo zucchero presente è il fruttosio. Buono è anche il valore indicato della fibra, cioè fibra alimentare comunque presente nella polpa del frutto stesso.
Ultime due considerazioni riguardano:
Dunque con poche mosse che rubano solo pochi minuti siamo in grado di fare acquisti consapevoli. La nostra spesa potrà diventare sempre più responsabile se pian piano scegliamo, per ogni categoria commerciale, 2-3 prodotti di buona qualità.
Fonte: Ministero della salute – Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea – Nutritionform Battery