Ho spesso parlato di Microbiota ma ne torno a parlare oggi perchè c’è qualcosa di nuovo! La ricerca ha acceso i riflettori sulle modalità di cottura degli alimenti e di come le stesse siano in grado di influenzare le popolazioni di batteri, funghi, elminti, protozoi nostri commensali.
Un recente studio pubblicato su Nature Microbiology ha evidenziato come le alte temperature raggiunte durante la cottura dei cibi – sopratutto quelli ricchi di amidi – hanno un effetto sul microbiota dell’intestino.
La pratica quotidiana della cucina rimodella il microbiota intestinale murino, con effetti attribuibili ai miglioramenti della digeribilità dell’amido e alla degradazione dei composti di origine vegetale.
Durante la cottura, oltre al sapore e alla consistenza, si modificano anche le proprietà fisico-chimiche degli alimenti e questo incide sullo stato di energia dell’ospite.
A tal proposito, è stato valutato in vivo l’effetto di carne o patate rosse sul microbiota intestinale e sul dispendio energetico dell’ospite. E’ emerso che la cottura aumenta l’energia ricavabile dal cibo. Inoltre la diversa alimentazione [carne vs patate] ha impattato sulla struttura e funzionalità del microbiota.
Quale Nutrizionista Health Coach trovo conferma a ciò che spesso suggerisco e cioè: quando stiliamo un piano d’azione nutrizionale quotidiano è importante scegliere cibi funzionali e regolatori ma anche modalità di cottura adeguate allo scopo di evitare alterazioni svantaggiose del microbiota.