Oggi è mercoledì e … come tutti i mercoledì capita – ore 14.00 incontro di educazione/informazione c/o il Reparto di Riabilitazione Cardiologica di Jesi. Tra le prime domande che mi vengono poste c’è quella che riguarda il consumo di alcool e dunque vino, birra, superalcolici e distillati.
Si, bere vino in quantità moderate si può; si, bere occasionalmente birra si può ma attenzione al consumo eccessivo e sopratutto al consumo di altri alcolici, superalcolici e distillati.
Oggi però c’è qualcosa di nuovo perché un gruppo di ricercatori che operano c/o Baker Heart and Diabetes Institute di Melbourne hanno messo in relazione il consumo di alcool e il rischio di fibrillazione atriale. Il lavoro è stato recentemente pubblicato su New England Journal of Medicine .
Che cosa è la fibrillazione atriale? E’ una anomalia del ritmo cardiaco: il cuore lavora in modo disfunzionale e dunque si possono verificare ristagni di sangue nell’atrio formando coaguli. Questi possono staccarsi, andare in circolo ed otturare vasi di più piccolo calibro che irrorano il cervello determinando l’ictus.
Tra le numerose cause che possono portare alla fibrillazione atriale c’è anche l’alcol ma i ricercatori – autori dello studio – hanno evidenziato qualcosa di nuovo e promettente. C’è una stretta ed importante relazione positiva tra smettere di bere e la riduzione della sintomatologia.
Nel gruppo di persone arruolate per lo studio, chi ha smesso di bere alcolici – dopo 6 mesi – ha ridotto notevolmente la probabilità che la fibrillazione atriale si ripresentasse e hanno ridotto anche la probabilità di ricovero ospedaliero per fibrillazione.
Il consumo di vino deve essere dunque moderato e questo significa 1 bicchiere/die se Donna e 2 bicchieri/die se Uomo.
L’infografica meglio evidenzia quanto espresso.
Fonte: A Voskoboinik et al. – Alcool Abstinence in Drinkers with Atrial Fibrillation. NEJM 2020