Dalla Paleo Dieta al Digiuno intermittente sono davvero innumerevoli le proposte dietetiche più o meno fantasiose che popolano il web e non solo ma … qual’è la Dieta giusta per perdere peso piuttosto che per migliorare i parametri cardio-metabolici? A questa interessante/sfidante domanda hanno cercato di dare risposta un gruppo di ricercatori della Nuova Zelanda con uno studio i cui risultati sono stati pubblicati su American J of Nutrition.
A mio modo di vedere non esiste Dieta né tantomeno 1 Dieta per Tutti!
Il termine Dieta -sebbene nel tempo abbiamo imparato a declinarla nella sua accezione più ampia quale stile alimentare e stile di vita- per me rimane comunque qualcosa che ingabbia la Persona. Preferisco utilizzare termini quali Nutrizione e Micronutrizione intendendo un articolato sistema di allenamenti su base mediterranea da praticare a tavola muniti di forchetta, coltello e cucchiaio abbinato ad una micro-nutrizione funzionale e regolatoria.
Su questa base i tempi sono maturi per introdurre la Nutrizione di Genere quale dimensione trasversale che prende in considerazione il sesso, l’età, il genere e molto altro. Elementi questi che influenzano lo sviluppo e la prevenzione delle patologie. Insomma una Nutrizione Taylor-Made, cioè cucita su misura per uomo e donna.
Ma torniamo ora allo studio … Tre sono i modelli nutrizionali presi in esame: la restrizione calorica intermittente (500 Kcal/die per le donne e 600Kcla/die per gli uomini, per 2 giorni/settimana), la dieta mediterranea e la paleo-dieta. 250 sono stati i partecipanti selezionati in condizioni di sovrappeso corporeo (IMC ≥ 27) sai quali è stato fatto scegliere quale regime seguire per 12 mesi.
Periodicamente sono stati valutati peso, composizione corporea, pressione sanguigna, attività fisica (0, 6 e 12 mesi) e indici ematochimici (0 e 12 mesi).
Questo quanto scrivono gli autori dell’articolo: “Il nostro lavoro supporta l’idea che non esista la dieta giusta per tutti. Vi sono diverse opzioni che possono adattarsi a ciascuno di noi ed essere comunque efficaci. In questo studio, le persone sono state istruite all’inizio sui modelli dietetici prescelti ma poi hanno continuato a seguirli in autonomia, proseguendo la loro vita abituale. Questo ci ha consentito di avere un quadro di ciò che accade normalmente nel cosiddetto mondo reale. Da notare sicuramente l’alto tasso di abbandono nel corso dell’anno di osservazione e una perdita di peso modesta, mediamente tra i 2 e i 4 chili, pur comunque evidenziando, per esempio nel caso della dieta mediterranea, benefici sia sulla pressione arteriosa, sia sulla glicemia.”
Fonte: Nutrienti e Supplementi – 2019