Il sesto SuperFood che presentiamo è il kale, molto amato negli Stati Uniti e da poco tornato sui banchi dei nostri mercati. E’ meglio noto come cavolo riccio e non va confuso con cavolo nero!
La ricchezza nutrizionale del cavolo riccio è data da vitamina C, vitamina K, vitamine del gruppo B [Vitamina B1 (Tiamina), Vitamina B2 (Riboflavina), Vitamina B3 (Niacina)], carotenoidi, quercitina, manganese, rame, calcio, potassio e fibra alimentare. Ciò che invece lo ha fatto diventare un SuperFood è la presenza di una discreta quantità di glucosinati.
Se ne conoscono circa 120 di glucosinolati con diversa struttura chimica e che conferiscono ai vegetali in cui sono presenti il loro particolare aroma. Ad esempio è l’allilisocianato a dare il sapore piccante al rafano e alla senape mentre sono la sinigrina e la progoitrina a conferire un gusto amarognolo ai cavoli. La loro potenza in termini di BenEssere risiede nel fatto che , nell’intestino, vengono scissi in glucosio e isotiocianati, stimolando enzimi dall’effetto anti-cancerogeno.
Il contenuto è pari a 100mg/100g di prodotto ma … si c’è un ma perché il cavolo riccio non è certo migliore dei suoi parenti più stretti! I cavoletti di Bruxelles, ad esempio, ne contengono ben 236 mg/100g di prodotto [1].
Quale Nutrizionista dico che va bene mangiare il cavolo riccio ma non dimentichiamo cavolfiore, cavolo nero o cavolo cappuccio e broccoli, rafano, ravanelli, crescione e senape.
Quale Health Coach invito alla consapevolezza sottolineando che anche le modalità di preparazione e/o di cottura sono importanti. In questo caso ad esempio, la bollitura riduce del 35-60% il contenuto di glucosinolati che invece rimarrebbero intatti con l’essiccazione.