Molecole simili alla carnitina, prodotte dal microbiota intestinale sono in grado di inibire l’attività di piccoli organelli – centrali energetiche della cellula- chiamati mitocondri presenti nelle cellule celebrali – questo quanto evidenziato da uno studio recentemente pubblicato su Science Advances.
L’asse intestino-cervello è ben noto come pure ben noto è che cambiamenti nella composizione delle popolazioni batteriche del microbiota intestinale sono associati ad alcune malattie neurologiche: sclerosi multipla, morbo di Parkinson, autismo fino a morbo di Alzheimer. Rimane invece da chiarire come questo possa verificarsi?
La tecnica dell’immagine con spettroscopia di massa ha permesso ai ricercatori – autori del lavoro citato – di evidenziare l’esistenza di molecole che sono presenti sia nell’intestino che nel cervello di topi allevati convenzionalmente mentre le stesse sono assenti in topi germ-free. Tali molecole hanno struttura simile alla carnitina [3-methyl-4-(trimethylammonio)butanoate e 4-(trimethylammonio)pentanoate] in grado di svolgere un ruolo cruciale nella produzione di energia: trasporta gli acidi grassi a catena lunga nei mitocondri in modo che possano essere utilizzati per produrre energia.
I risultati hanno evidenziato la capacità di queste molecole prodotte dai batteri di bloccare l’attività dei mitocondri, inibendo così la funzione delle cellule cerebrali.
Questo quanto afferma il coordinatore del gruppo di ricerca D Wall afferma: In questo studio, i due composti prodotti dal microbiota che abbiamo identificato, “mimano” la carnitina e co-localizzano con questa molecola dopo aver raggiunto il cervello dei topi. Tali molecole sono risultate anche in grado di influenzarne le funzioni cerebrali, consentendoci così di ottenere un risultato estremamente importante per la ricerca in questo campo.
A questo punto il passo successivo è verificare se anche nell’uomo avviene analoga comunicazione.
Fonte: H Hulme et al. – Microbiome-derived carnitine mimics as previously unknown mediators of gut-brain axis communication. Science Advances, 2020.