Un titolo sfidante e controcorrente per tutti coloro che sono sempre pronti a mettere sul banco degli imputati i carboidrati e soprattutto la pasta!
Negli anni siamo passati dalla lipo-fobia alla carbo-fobia, cioè abbiamo dapprima demonizzato i grassi e poi i carboidrati ritenendoli gli unici veri responsabili dell’aumento di peso. Ora, la comunità scientifica da una forte spallata ad uno dei (falsi)miti dell’alimentazione più duri da scalfire e che tuona così: la pasta fa ingrassare.
Sono tre i punti di merito che riscattano la pasta:
1. Pasta e salute del microbiota
2. Pasta e buona digeribilità
3. Pasta e efficacia nella perdita di peso corporeo.
Un recente report ha evidenziato che la pasta non è amata solo dagli italiani che nel 2020 hanno riportato un consumo medio annuo pro-capite di 23Kg acquistando ben 50.000.000 di confezioni in più rispetto al 2019, ma è amata anche dalla popolosa flora batterica che alberga nell’intestino. Il dato ancora più interessante è che la salute dell’ecosistema è strettamente legato allo stile di vita e all’alimentazione; inoltre la prevalenza dei batteri buoni è legata a doppio filo al buon umore, all’ansia, stati di attivazione emozionale fino alla depressione.
Il nostro organismo dunque predilige la pasta perché favorisce la crescita della popolazione batterica buona soprattutto quando associata a verdure e ortaggipoichè questi ultimi sono in grado di fornire un discreto quantitativo di fibra alimentare. Ecco dunque spiegato perché ci piace la pasta!
C’è ancora altro …
Il microbiota in salute influisce sul nostro umore perché collabora alla trasformazione del triptofano – un aminoacido – in melatonina (permette un buon riposo notturno) e serotonina (detto ormone del benessere). Inoltre, controlla la permeabilità intestinale, bloccando il passaggio di molecole responsabili dell’infiammazione sistemica in grado di raggiungere il cervello. Questo significa che il microbioma intestinale può inibire la produzione di sostanze pro-infiammatorie che possono portare alla perdita della funzione cognitiva e allo sviluppo di malattie croniche come diabete, cancro e aterosclerosi.
Se in aggiunta la pasta è cotta al dente è più digeribile. La pasta ha un basso indice glicemico ma la cottura giusta lo riduce ulteriormente. La digestione diventa più lenta, così come l’assorbimento del glucosio e il risultato è che la pasta può essere consigliata al diabetico e a chi ha deciso di seguire un regime alimentare controllato.
In ultima battuta il punto 3: il dimagrimento risulta più efficace quando c’è la pasta.
L’affermazione trova fondamento su una recente ricerca pubblicata su Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases. I partecipanti sovrappeso e/o obesi che hanno partecipato allo studio e sottoposti a regime alimentare ipocalorico e mediterraneo high pasta non solo hanno perso più peso, mantenendolo per più tempo a fine trattamento , ma hanno anche riferito più benefici sulla qualità della vita e sulla salute fisica percepita.
Quale Nutrizionsita Health Coach del territorio trovo conforto e conferme del mio modus operandi: in qualsiasi regime alimentare mai eliminare la pasta!