Si torna a parlare dell’importanza del Movimento ma questa volta in relazione alle patologie cardiovascolari.
Spesso mi avete sentita affermare: siamo macchine da movimento e per convincersene basta guardarsi! Un insieme di ossa lunghe, corte con muscoli e tendini fino a cuscinetti grassi giustapposti, tutto per garantire il buon movimento. A questo punto è dunque impensabile che tutti i miglioramenti tecnologici che hanno portato ad un notevole abbassamento dei livelli di attività fisica non abbiano ricadute negative sul nostro benessere!
L’inattività fisica è infatti la quarta causa di morte in tutto il mondo.
Ciò che più preoccupa è che già fin dall’età di 13-15 anni la tendenza alla sedentarietà si instaura portando ad un aumentato rischio di disturbi cardio-metabolici.
Praticare movimento per soli 15 minuti/die garantisce la riduzione del 14% del rischio di morte per tutte le cause. In particolare buona parte della letteratura scientifica porta l’attenzione sull’esercizio regolare quale unico intervento efficace per aumentare l’idoneità cardio-respiratoria. Questo significa che anche svolgendo bassi livelli di attività fisica ma regolare si possono ottenere numerosi benefici sul sistema cardiovascolare, con una relazione dose-risposta.
Il movimento protegge dalla formazione di coaguli di sangue intra-luminale, è in grado migliorare i profili lipidici e la pressione sanguigna oltre all’efficienza strutturale e funzionale della vascolarizzazione.
I principali adattamenti in positivo:
Una nota particolare sugli effetti dell’esercizio fisico regolare va al fatto che sembrano essere indipendenti dalla alimentazione. Ormai sono maturi i tempi per guardare al movimento come come una vera e propria terapia per la salute cardiovascolare sia in prevenzione primaria che secondaria.
Quale Health Coach ai miei pz dico:
pratica ogni giorno 30 minuti di camminata a passo sostenuto, cioè un ritmo che permette di camminare e parlare con un amico!
Fonte: Carmen Fiuza-Luces et al. Exercise benefits in cardiovascular disease: beyond attenuation of traditional risk factors.Reviews, Nature Reviews Cardiology, 2018.