Abbiamo trascorso l’intera stagione primaverile ad allenarci per non farci cogliere impreparati dalla temuta prova costume e poi … è arrivato Ferragosto che ha mandato letteralmente all’aria tutti gli sforzi fatti. Inoltre quest’anno non si tratta di 1 solo giorno bensì di un lungo ponte!
Quale Nutrizionista Health Coach voglio rassicurarVi che non sarà certo questo carosello di aperitivi, pranzi, cene tra amici e parenti a farci metter su qualche kiletto di troppo e dunque non serve espiare con digiuni o altra diavolerie trovate in rete o sulle patinate pagine.
Servono piuttosto Consapevolezza – Buonsenso – Moderazione.
Consapevolezza – il cibo non è solo kalorie … non è solo grassi , carboidrati, proteine quanto piuttosto è convivialità, è piacere della buona tavola, è allegria, è amicizia, è condivisione … insomma un mix che i dotti esperti definiscono significati antropologici. Di tutto ciò non possiamo privarcene significherà rimanere insoddisfatti e frustrati e tristi.
Su questa base si fa strada il Buonsenso – alleata fedele è la spontaneità. Le regole del buonsenso nel piatto servono esclusivamente per rieducare alla spontaneità perduta. I principi autentici e salutari che ci fanno sperimentare il BenEssere li possediamo già e dunque dobbiamo solo rispolverarli e percepirli così che li applichiamo spontaneamente, con grande libertà. Ritroveremo vitalità, energia, leggerezza, agilità …
Buona pratica da allenare è la Moderazione – attenzione alle porzioni perché non sempre il senso di sazietà corrisponde al valore nutritivo. La moderazione è un doppio piacere significa infatti non rinunciare al piacere del buon cibo, senza esserne schiavi.
Tre sono le fasi di allenamento della Moderazione.
Nella fase 1 ci sono le regole da darsi e da rispettare. Sono regole morbide&rigide, sono regole consapevoli&non trasgressibili. Non sono regole restrittive che si applicano solo per periodo per raggiungere un numero [peso] sognato. La rinuncia non è restrizione ma strumento di BenEssere, risorsa di cura del Sé.
Nella fase 2 c’è la perseveranza. E’ importante la continuità cioè allenare la capacità di non iper-alimentarsi per sostenere la propria fragilità emotiva e/o colmare il vuoto emotivo.
Nella fase 3 c’è la pacificazione. Il cibo lo si vede solo per quel che è: un piacere moderato, oltre che una necessità per la sopravvivenza. Trovando proprio nella pacificazione con il cibo la ragione dell’equilibrio e gustando ogni boccone di cibo come un dono.
Buon Allenamento e … Pura Vita 🙂