Parafrasando il titolo del ben noto film del 1998 – Tutti pazzi per Mary – ci introduciamo all’argomento del mio post di oggi a ridosso del mese di settembre periodo in cui si apre la caccia alla formula magica per ritrovare il peso perduto e per farsi perdonare gli sgarri vacanzieri.
Dalla dieta dell’uva a quella chetogenica, dalla dieta del minestrone a quella del dr Nowzaradan e molto altro ancora ma quella che mi incuriosito davvero è l’ultima uscita: la dieta dell’orologio. Significa concentrare tutti i pasti della giornata in 6 ore.
A proporla è una ricercatrice italiana Eleonora Poggiogalle del Pennington Biomedical Research Center in USA con l’équipe di E Ravussin e C Peterson e attualmente all’Università Sapienza di Roma.
E’ stata definita la dieta dell’orologio e prevede la colazione – ore 8.00 – e chiudere la giornata alimentare con la cena alle 14.00 passando per la consumazione del pranzo alle 11.00. Questo significa che le rimanenti 18 ore di cui circa 7-8 ne dormiamo – si rimane digiuni.
La ‘dieta dell’orologio’ non è un regime ipocalorico, né prevede la riduzione di zuccheri o grassi, è un’alimentazione bilanciata (che contiene il 50% di carboidrati, il 35% di grassi e il 15% di proteine) che ha come unica clausola rispettare gli orari dei pasti, limitando l’assunzione calorica nella prima parte della giornata (secondo i ritmi naturali del corpo o circadiani), questa è la spiegazione della dr.ssa Poggiogalle.
A mio parere nulla di nuovo rispetto al concetto del digiuno intermittente, un metodo giovane e innovativo e soggetto a molte distorsioni. Brevemente questo è ciò che accade: in una condizione di assenza di cibo si registra una calma insulinica ed un incremento significativo di IGF-1 oltre che la secrezione dell’ormone del benessere: ormone della crescita o GH [somatotropina]. Quest’ultimo è responsabile della lipolisi, che comporta una mobilitazione del deposito adiposo.
Quale Nutrizionista Health Coach non voglio entrare in particolari commenti sul sistema poiché credo sia piuttosto intuitivo capire che 3 pasti controllati seguiti da circa 16 ore di digiuno non possono altro che portare buoni risultati in una Persona in sovrappeso/obesa [sempre che resista alla tortura!]. Mi preme piuttosto evidenziare una vena diseducativa sull’approccio nutrizionale e comportamentale.
La Dieta Mediterranea praticata in modo funzionale a tutto tondo – a mio modo di pensare – rimane la miglior strategia sia in condizione di normopeso che in qualsiasi altra condizione di alterato BenEssere!
Fonte: E Ravussin et al. – Early Time‐Restricted Feeding Reduces Appetite and Increases Fat Oxidation But Does Not Affect Energy Expenditure in Humans. Obesity, 2019